Microbioma intestinale alterato nel tremore essenziale

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXII – 08 febbraio 2025.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Il tremore essenziale è un movimento oscillatorio ritmico involontario con una frequenza compresa tra 4 e 8 Hz, che compare spesso verso la fine della seconda decade di vita oppure dopo i 35 anni, senza alcun altro segno neurologico o di altra patologia, e per questo è definito “essenziale”. Interessa entrambi i sessi, con una prevalenza stimata di 415 per 100.000 persone di età superiore ai 40 anni. In genere, è facilmente distinto dal tremore degli arti a riposo della malattia di Parkinson e da altre discinesie, e la diagnosi differenziale è facilitata, oltre che dalla frequenza, dal modo di presentazione e dall’assenza di altri segni clinici, dal dato della familiarità, caratterizzata come eredità autosomica dominante con alta penetranza.

Il tremore essenziale è considerato una discinesia neurologica complessa che si sviluppa su una base genetica, ma richiede fattori ambientali per esprimersi. Fra i fattori “ambientali” si sta considerando da un po’ di tempo la disbiosi intestinale, e pertanto sono in atto studi da parte di vari gruppi di ricerca in tutto il mondo per accertare le connessioni interne tra alterazioni del microbiota intestinale ed espressione clinica del tremore essenziale.

Zhenzhen Yan, con un team di neurologi, ha esplorato il microbiota intestinale di pazienti affetti dal tremore familiare con un approccio metagenomico e ne ha indagato il rapporto con i profili del metaboloma sierico, sempre in comparazione con un gruppo di volontari per controllo. I risultati sono degni di nota.

(Yan Z. et al., Altered gut microbiome and serum metabolome profiles associated with essential tremor. Metabolic Brain Disease 40 (2): 118, 2025 – Epub ahead of print doi: 10.1007/s11011-025-01549-2, Feb. 4, 2025).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Neurology, The Fourth Affiliated Hospital, Zhejiang University School of Medicine, Yiwu (Cina); Department of Neurology, Xiangya Hospital, Central South University, Changsha, Hunan (Cina); Department of Neurology, The Second Affiliated Hospital, Zhejiang University School of Medicine, Hangzhou (Cina).

Il tremore può essere definito come un movimento di oscillazione ritmica prodotto da contrazioni alternanti o irregolarmente sincrone di muscoli a innervazione reciproca. Il tremore fisiologico è considerato un fenomeno neuromuscolare intrinseco del sistema motorio, può essere rilevato in tutti i gruppi muscolari in contrazione durante la veglia e perfino in alcune fasi del sonno. In ogni caso si tratta di un movimento così fine che a stento può essere percepito dall’occhio, che fissa attentamente le dita bene estese di mani tenute tese e ferme innanzi a sé dal paziente. La sua frequenza è compresa tra gli 8 e i 13 Hz, con 10 Hz come valore dominante nell’età adulta.

Il tremore essenziale, che abbiamo già caratterizzato per la sua frequenza più bassa (4-8 Hz) e l’ereditarietà autosomica dominante, comincia sempre agli arti superiori ed è simmetrico; solo raramente è stato descritto un inizio alla mano dominante. Con l’avanzare dell’età può peggiorare, anche se spesso inizia come una lieve accentuazione del tremore fisiologico, difficile da percepire a occhio nudo, tanto da richiedere che si proceda a una prova generalmente in grado di oggettivarlo: si chiede al paziente di fermare col braccio teso un puntatore laser su un punto preciso. Il peggioramento può compromettere l’abilità di scrittura, al punto che la grafia diventa illeggibile e, nel desinare, il paziente non riesce a portare un cucchiaio di brodo o un bicchiere alla bocca senza versarne il contenuto. In questi casi è necessario un trattamento. In circa il 75% dei pazienti con tremore essenziale, una piccola dose di alcool etilico, quale quella contenuta in mezzo bicchiere di vino, fa scomparire il tremore; ma, appena finisce l’effetto dell’etanolo, il tremore ritorna con maggiore intensità, risultando peggiorato per un po’ di tempo. La terapia del tremore essenziale è un argomento vasto che esula dai limiti di questa introduzione finalizzata a facilitare l’inquadramento del valore dello studio recensito anche da parte dei lettori non specialisti; qui ci limitiamo a ricordare che va dai betabloccanti alle iniezioni di tossina botulinica, passando per barbiturici e benzodiazepine.

Zhenzhen Yan e colleghi hanno analizzato con un approccio metagenomico il microbiota di 19 pazienti affetti da tremore essenziale e 21 volontari sani fungenti da gruppo di controllo. Mediante l’analisi integrativa hanno esplorato i potenziali rapporti tra microbioma intestinale e profili del metaboloma sierico.

Sono emersi disturbi del microbiota intestinale negli affetti da tremore essenziale. Il metodo LEfSe ha mostrato un significativo decremento nei Bacteroides. L’analisi funzionale ha rivelato differenze nell’apoptosi microbica dell’intestino, nel metabolismo del retinolo e nella via biosintetica degli ormoni steroidi. I livelli dei lipidi e delle molecole simil-lipidiche sono alterati nel siero dei pazienti; cosa che era correlata con un’alterata abbondanza microbica intestinale, indicando le alterazioni del metabolismo dei lipidi quali spia di attività delle vie dell’apoptosi nei pazienti.

Tutti questi dati illustrano la disbiosi intestinale nel tremore essenziale, e indicano che i cambiamenti di alcune specie microbiche intestinali erano associati ad anomalie del metabolismo dei lipidi ematici. Questi risultati – osservano gli autori dello studio – aprono nuove vie alla ricerca sulla fisiopatologia di questo disturbo.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Diane Richmond

BM&L-08 febbraio 2025

www.brainmindlife.org

 

 

 

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